Storia

Published on Giugno 20th, 2020 | by Massimo Campi

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Le Mans 1965, l’ultima vittoria Ferrari con il fantasma

Il 20 giugno 1965 si conclude l’epoca delle vittorie Ferrari nella maratona della Sarthe, vincono Rindt e Gregory, ma nella notte sale sulla vettura un terzo pilota che non potrà mai scrivere il suo nome nell’albo d’oro.

Nella fantastica storia delle corse automobilistiche ci sono vicende, destinate a diventare leggende, che solo il tempo svela. Nelle corse di durata, quelle lunghe con la notte di mezzo, come Daytona e Le Mans, sono successi fatti spesso avvolti nella nebbia con un alone di mistero che li fanno entrare direttamente nella storia. È il caso del pilota fantasma che corse e vinse nel 1965 a le Mans, ma le cronache non riportano il suo nome. Si chiamava Ed Hugus, nato nel 1923 in Pensylvania e cresciuto nell’Ohio, buon pilota, veloce e coriaceo con già dieci Le Mans sul groppone. Hugus doveva correre anche quella che sarà l’ultima vittoria di una Ferrari, proprio con una rossa della NART, ma la vettura rompe nelle prove e la sua partecipazione salta. Poco male, è già a Le Mans e Luigi Chinetti lo iscrive come pilota di riserva sulla Ferrari 250 LM di Jochen Rindt e Masten Gregory, una macchina considerata di puro contorno, non certo destinata, in teoria, alle alte vette della classifica dove le rosse ufficiali iniziano la lunga guerra con la Ford.

Jochen Rindt e Masten Gregory sono una coppia un po’ atipica. L’austriaco ha solo 23 anni, veloce, irruento, pieno di grandi speranze e poco ligio agli ordini. L’americano ha dieci anni in più, tante battaglie sulle spalle, ed un paio di spessi occhiali che lo limitano soprattutto nei turni di notte.

Le Mans, notte tra il 19 ed il 20 giugno 1965, ne sono già successe di tutti i colori. È sfida aperta tra le rosse di Maranello e l’armata Ford, ma nella cruenta battaglia tutti soccombono e rimangono in lizza solo i comprimari. È buio, Jochen Rindt è insofferente come suo solito, non ama correre con queste pesanti vetture, ama le monoposto, ama sempre spingere al massimo, anche quando non serve. Masten Gregory è invece il pilota ideale per questo tipo di gare, ma piove, c’è anche la nebbia ed il buio offuscato della “ligne doitre” fa paura. Attraverso i suoi spessi occhiali non ci vede, si ferma ai box, vuole il cambio. “Dove è Jochen?” si chiedono i meccanici, si chiede Chinetti, ma l’austriaco non c’è, è in giro, forse a mangiare, forse a dormire, forse a farsi solamente un giro per scaricare la tensione.

È emergenza, ma ai box c’è il pilota di riserva, c’è Ed Hugus. Luigi Chinetti da il via libera, su il casco, si infila i guanti e via per un turno di guida nella nebbia, nel buio. Hugus fa il suo dovere, poi scende, cede il volante a Rindt e scappa via. Il trucco riesce, il pomeriggio di domenica la rossa Ferrari della NART passa per prima sotto la bandiera a scacchi, sul podio salgono Jochen Rindt e Masten Gregory festeggiano, brindano, sollevano l’ambito trofeo, ma Hugus è sparito, come spariscono i fantasmi. Il mistero rimarrà tale per molti anni: Rindt sparisce nel 1970, prima di godersi l’ambito titolo mondiale, Gregory passa a miglior vita nel 1985 e patron Luigi, come i suoi piloti non rivelerà mai quanto è veramente accaduto. Ma la verità sul fantasma Hugus uscirà da una lettera ad un amico, dove ormai ottantenne, poco prima di passare a miglior vita, il terzo pilota rivelerà quanto è accaduto in quella buia e piovosa notte.

La spiegazione comunque è molto semplice: allora alla 24 Ore di Le Mans erano ammessi solo due piloti ed un eventuale terzo di riserva in caso di emergenza, ma il terzo pilota una volta entrato nell’abitacolo diventava lui titolare estromettendo di fatto uno dei due piloti. Così Chinetti, per non penalizzare Rindt e Gregory fece correre un turno di notte al “pilota fantasma” senza di fatto comunicarlo ai commissari che stavano brindando nei retro box. Se la vicenda fosse stata scoperta la Ferrari 250 NART sarebbe stata squalificata e l’albo d’oro della maratona francese sarebbe cambiato.

 

 

 

 

 

 

 

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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