Published on Giugno 15th, 2020 | by Massimo Campi
0Nuvolari a 320 all’ora
Il 15 giugno del 1935 Tazio Nuvolari batteva il record di velocità su strada ad oltre 320 km/h sull’autostrada Firenze Mare con l’Alfa Bimotore
Nel 1935 era finito il grande periodo dell’Alfa Romeo, con il nuovo regolamento delle gare Grand Prix che prevedeva solo il peso di 750 kg e la Germania che aveva investito ingenti capitali nella sua industria automobilistica, Mercedes ed Auto Union imperversavano nel mondo delle corse. L’attività sportiva dell’Alfa Romeo è gestita dalla Scuderia Ferrari di Modena, le vetture sono ancora le P3, progettate da Vittorio Jano con l’otto cilindri in linea di 2,9 litri ed una potenza di 270 cv. Per combattere contro le armate teutoniche che utilizzano motori di oltre cinque litri e potenze di 400 cv ci vuole ben altro ed in una riunione di lavoro nella scuderia tra Enzo Ferrari e Luigi Bazzi esce una idea bizzarra: fare una macchina con due motori. Prende così il via il progetto della Alfa Romeo 16C, ovvero la “Bimotore”, con due 8 cilindri della P3 per un totale di 5.810 cc e 540 cv di potenza. Si modifica un telaio della P3 sul quale sono posizionati due motori, uno davanti ed uno dietro al pilota, accoppiati con un lungo albero, gestito da un unico cambio e da un’unica frizione. Il moto è poi trasmesso alle ruote posteriori mediante due alberi laterali. Sono tanti i problemi da risolvere: l’accoppiamento dei due motori e soprattutto il problema del peso che ha raggiunto i 1.300 kg, una vera balena per una monoposto che dovrebbe essere agile.
il primo collaudo della nuova vettura avviene il 10 aprile del 1935 sulla nuova autostrada Bergamo-Brescia. Tazio Nuvolari fa qualche passaggio di prova, non schiaccia molto sull’acceleratore e subito si rende conto delle difficoltà date dal peso, ma la folla è tanta, alza le mani al cielo in segno di soddisfazione, scende e sfodera uno di quei suoi sorrisetti che fanno intravvedere gli enormi denti di cui madre natura l’ha dotato. La potenza è tanta, in rettilineo va forte, ed a maggio si corre a Tripoli, poi si va a Berlino, all’Avus, circuiti dove conta la potenza e la velocità in rettilineo a la Bimotore sembra la vettura adatta. Ma i risultati saranno ben diversi, in Libia le tre Bimotore affidate a Tazio Nuvolari, Luis Chiron e Raymond Sommer giungono rispettivamente quarta, quinta e sesta con distacchi abissali dalle Mercedes di Caracciola e di Fagioli e dall’Auto Union di Varzi. Due settimane dopo in Germania viene presentata una versione maggiorata, con una cilindrata di 6.330 cc, con la quale Chiron è secondo, ma staccato di un minuto e 35 secondi dalla Mercedes W25B di Fagioli. La vettura non funziona, Tazio Nuvolari dice basta, non è il caso di continuare nell’impresa, la Bimotore è inguidabile, meglio ritornare alla vecchia P3, soprattutto al Nurburgring dove ci vuole agilità e tenuta di strada. Enzo Ferrari è in difficoltà, rappresenta il marchio Alfa nelle corse, è stata fatta tanta pubblicità sulla nuova vettura che doveva sconfiggere le rivali tedesche e invece è un fallimento, bisogna inventarsi qualcosa per la stampa, per l’opinione pubblica ed anche per i vertici dell’Alfa che sostengono la Scuderia Ferrari. Sa la macchina va forte sul dritto non c’è miglior cosa che andare a sfidare i tedeschi sul record della velocità. Hans Stuck con l’Auto Union ha raggiunto i 317 km/h, a Nuvolari l’idea piace e record sia!
Il tratto scelto è quello tra Lucca ed Altopascio sulla Firenze Mare. La Bimotore è alleggerita di 250 kg ed equipaggiata con speciali pneumatici Dunlop, anteriori da 19×6, posteriori da 32×6,5. Alle 6 del mattino del 15 Giugno 1935 l’atmosfera è elettrica, c’è vento ed un tentativo è già stato rinviato dal giorno precedente proprio a causa delle condizioni atmosferiche, non si può più aspettare. Alle 6.30 arriva Nuvolari con addosso una tuta e caschetto bianco. Sono presenti il duca Aymone di Savoia, il pilota Carlo Pintacuda, l’ingegner Bazzi ed Achille Varzi, appena passato all’Auto Union, vestito con un elegante doppiopetto.
Nuvolari fa un paio di passaggi di prova, superando facilmente i 300 km/h e si concentra per la prova del record. C’è ancora vento e non è facile controllare la vettura a quelle velocità e quando la Bimotore esce da un ponte, per un colpo di vento sbanda violentemente. Mentre la macchina viaggia a circa 320 chilometri orari, viene investita lateralmente da una forte raffica di vento che causa una spaventosa sbandata di oltre 200 metri. Il mantovano riesce comunque a controllare l’auto dimostrando una freddezza e un’energia fuori dal comune. Nonostante lo spaventoso imprevisto il mantovano prosegue, neutralizza un’altra sbandata poco dopo, e stabilisce due primati: percorre in 11” e 50/100 il chilometro lanciato alla media di 321,420 km/h e in 17”e 98/100 il miglio lanciato con media di 323,175 km/h, con una punta, nell’ultimo tratto percorso, di oltre 360 chilometri orari.
“Non avevo mai affrontato un pericolo così tremendo, nemmeno il giorno in cui presi fuoco a Pau” dichiarerà anni dopo ricordando l’episodio. I record dei tedeschi sono battuti e la Bimotore può finire gloriosamente la sua storia!
immagini © Alfa Romeo press – Massimo Campi