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sabato 8 Febbraio 2025

1955, l’anno delle spider

Alfa Romeo, Triumph, MG, Mercedes, Lancia, nel 1955 lanciano sul mercato splendide spider che rimarranno icone nel tempo

Le vetture senza il tetto, le spider, non sono mai state delle vetture per la grande massa, spesso con produzioni di nicchia solo per appassionati, ma spesso sono state anche vetture che hanno dato grande immagine al marchio. Chi possiede una spider la acquista per la sua guida sportiva, ma anche per le emozioni che può dare nel viaggiare con una vettura di questo tipo. Spesso la linea di una spider è ricercata, e non una semplice “macchina” creata per trasportare persone. i migliori carrozzieri hanno prodotto bellissime vetture a tetto scoperto, ma c’è un anno, il 1955, dove alcune spider sono diventate delle vere icone, ancora oggi oggetti del desiderio di appassioni e collezionisti.

L’Alfa Romeo, ha appena lanciato la Giuletta, la berlina della nuova classe media, grandi prestazioni per l’epoca e dalla sua fabbrica del Portello, fa uscire la nuova Giulietta Spider, voluta dall’importatore americano Max Hoffmann di New York che si impegnò ad acquistare almeno 2500 esemplari. La linea è disegnata dalla Pinin Farina di Torino, (ancora con il cognome diviso), sarà un grande successo commerciale con il suo quattro cilindri in linea longitudinale da 1.290 cm³ di cilindrata che erogava 65 hp di potenza, ma verrà costruita anche la versione Veloce con due carburatori tipo Weber a doppio corpo invece che uno ed un rapporto di compressione 9:1; ciò permetteva alla vettura di raggiungere i 180 km/h, rispetto ai 165 km/h della versione normale. La produzione cessa nel 1962, dopo circa 17.000 esemplari costruiti e la consueta “benedizione” USA, per lasciare il posto alla Spider battezzata Giulia, con cilindrata portata a 1.600 ma senza mutare sostanzialmente carrozzeria.

Anche a Torino non si dorme e Gianni Lancia commissiona a Pinin Farina una spider sulla base della Aurelia. Il carrozziere piemontese realizza una delle più belle vetture della storia: la Aurelia B24 con motore V6 e cambio in blocco con il differenziale al retrotreno, per 2.500 cc e 118 Cv. Ne verranno prodotte solo 761 vetture e la sua notorietà arriverà anche attraverso Vittorio Gassman che la guida nel film di Dino Risi “Il sorpasso”.

Anche oltremanica, la patria delle spider, non si dorme nel 1955 ed al salone di Francoforte compare la nuova MG A, una spider moderna per la casa di Abingdon. È disegnata da Sidney Enever ha fascino ed un motore derivato dal BMC di 1.500cc. la potenza è di 72cv  e nel 1958 arriva la versione 1.600 Twin Cam, a doppio albero a camme in testa da 100 Cv. Ci sarà anche una versione coupè ed avrà un grande successo commerciale, con oltre 100.000 unità prodotte, delle quali la maggior parte esportate in USA.

Anche per la  Triumph il 1955 sarà un anno decisivo con la nuova TR3 che monta il due litri da 100 cv di potenza. L’America sarà il grande mercato di questa spider, ma anche in Italia diventerà famosa nel film felliniano “La dolce vita” con al volante Marcello Mastroianni.

La Mercedes sta dominando la F.1 e le gare a ruote coperte con la 300 SLR, Max Hoffman importa in America anche le vetture tedesche e, come per l’Alfa, richiede alla Mercedes un modello spider piccolo. La 190 SL “Sport Leicht” (sportiva leggera), debutta al Salone di Ginevra, non ha grandi prestazioni sportive ma come nella tradizione della Stella tre punte ha classe ed ottime finiture. Ci penserà Grace Kelly, al volante nel film “Alta società” ad essere un’ottima testimonial.

Infine la Porsche, ritornata dopo l’esilio bellico a Zuffenhausen. È ancora una piccola marca, ma dal carattere sportivo, in catalogo ha la nuova 356A. il solito Max Hoffman intuisce il possibile successo commerciale negli USA e così commissiona la versione spider. Erwin Komenda, specialista in aerodinamica, disegna la nuova spider sulla meccanica di Ferry Porsche, nasce la versione Spider ed anche la bellissima Speedster con il vetro basso. Due le cilindrate per il quattro cilindri contrapposti raffreddato ad aria: 1.300 e 1.600, per potenze fino a 75 Cv, ma si aggiungerà il corsaiolo 1.500, doppio albero per bancata, da 100 Cv.

Massimo Campi
Massimo Campihttp://www.motoremotion.it/
Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.

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