Published on Agosto 20th, 2016 | by Massimo Campi
0Formula Uno 1996, l’anno di Damon Hill
La Formula Uno 1996 ha come protagonisti Damon Hill, che vince il suo titolo mondiale e Michael Schumacher che debutta in Ferrari.
Damon Hill e Michael Schumacher sono i due grandi protagonisti della stagione 1996, quella che consacra Campione del Mondo l’alfiere della Williams e vede in debutto in rosso del campione di Kerpen. Una annata interessante, con il debutto in F.1 anche di Jaques Villeneuve. Con il passaggio di Michael Schumacher dalla Benetton alla Ferrari, la sfida per il titolo mondiale è tutta interna alla Williams, con la FW18, disegnata da Adrian Newey sotto la supervisione di Patrick Head, la migliore coppia di progettisti disponibile sul mercato, un mix tra la genialità estrema del giovane ex Leyton House con la pragmaticità del partner di Sir Frank Williams. La nuova FW18 era l’evoluzione della FW17B aggiornata secondo le nuove regole dettate dalla FIA, una monoposto dall’aerodinamica molto efficiente, superiore alla Benetton ed alla Ferrari, ma che non era riuscita a conquistare il titolo mondiale nel 1995 andato per la seconda volta a Schumacher. Per la nuova stagione il V10 Renault era stato ulteriormente aggiornato superando la potenza di 650 cv. I principali aggiornamenti introdotti sulla FW18 erano le protezioni a lato dell’abitacolo, rese obbligatorie per proteggere maggiormente la testa del pilota in caso di urto laterale, le pance laterali più alte e un’ala posteriore che si collega con gli scivoli posti davanti alle ruote posteriori. La principale novità in casa Williams è l’ingaggio di Jaques Villeneuve al posto di David Coulthard che è passato alla McLaren. Per la squadra inglese, sarà una stagione da record, con la conquista, senza problemi, del campionato costruttori e quello piloti con Damon Hill. La FW18 lasciò solo le briciole agli avversari tanto da contare ben 12 vittorie su 16 gare nel suo palmares. La Benetton, dopo l’abbandono di Schumacher finisce nell’anonimato, Jean Alesi e Gerard Berger non riescono a ripetere i risultati del campione di Kerpen, ma lo stesso Schumacher è alle prese con una Ferrari acerba e da rifondare tecnicamente, anche se riesce a conquistare tre vittorie nella seconda parte della stagione. Il mondiale piloti è solo un affare interno alla scuderia di Frank Williams. Damon Hill, finalmente non più costretto a lottare con Schumacher, riesce ad imporsi agevolmente proprio sul compagno di squadra, ancora troppo inesperto e per il figlio di Graham arriva finalmente il tanto sospirato titolo mondiale a 28 anni dall’ultimo di suo padre.
La stagione inizia nel segno del dominio assoluto della Williams, con Jaques Villeneuve che da la sua zampata conquistando la pole position a Melburne, e Damon Hill che conquista le prime tre vittorie in Australia, Brasile ed Argentina. Con l’inizio della stagione europea al Nurburgring arriva la prima vittoria di Villenueve ma ad Imola è di nuovo Hill sul gradino più alto del podio. Sul Santerno arriva la prima riscossa di Schumacher con la conquista della pole position in prova. La F310, creatura di John Barnard, è una monoposto dall’aerodinamica particolare, ma anche una nuova vettura nella storia di Maranello. La novità principale riguarda il motore, il nuovo V10 al posto del caratteristico V12 di tre litri. La configurazione aerodinamica alla presentazione si fa notare per le pance laterali, staccate dal corpo macchina, ed il cofano motore, molto largo e che andava ad avvolgere il poggiatesta e i bordi dell’abitacolo, inizialmente il muso è basso. Con un disegno elegante, ma ben presto la linea viene stravolta con l’introduzione del muso alto, come la maggioranza delle altre monoposto ed il profilo della F310 assomiglia ad uno squalo. Comunque le modifiche alla vettura la rendono molto più competitiva anche se rimangono molti problemi di affidabilità nello sviluppo di un progetto totalmente nuovo.
Michael Schumacher comunque ci crede, il pilota di Kerpen è sempre più motivato, ben presto diventa il punto di riferimento della Ferrari ed il compagno Eddy Irvine è una buona seconda guida che ben si amalgama con la squadra emiliana. La prima vittoria rossa arriva finalmente in Spagna, in una gara bagnata, dove Hill si ritira e Schumacher, nonostante problemi alla partenza con la frizione, inizia una rimonta favolosa dal settimo posto a suon di giri record portando la F310 sul gradino più alto del podio davanti alla folla di bandiere rosse. La seconda vittoria arriva a Spa, il circuito per eccellenza del campione tedesco che fa volare la sua vettura tra le curve delle Ardenne. Infine il tripudio rosso a Monza, la grande festa dei tifosi ferraristi e Michael Schumacher che diventa subito l’idolo delle folle rosse.
La stagione si conclude con le vittorie di Villeneuve in Portogallo ed Hill a Suzuka suggellando la superiorità della creatura di Adrian Newey. L’unica vittoria scappata al duo Williams/Ferrari è quella di Montecarlo, una gara anomala con il ritiro di tutti i piloti al vertice a l’unica vittoria in carriera di Olivier Panis. Il pilota transalpino taglia il traguardo con la sua Ligier precedendo Coulthard ed Herbert mentre tutte le altre vetture sono ferme per incidenti o problemi maccanici, un evento che non accadeva dal 1931.
Foto Massimo Campi