Published on Luglio 28th, 2016 | by Massimo Campi
0WEC: la lotta è tra Porsche ed Audi
I due marchi tedeschi sono in lotta per il gradino più alto del podio
Nurburgring, 6 ore, la Porsche 919 Hybrid di Bernhard-Webber-Hartley conquista il gradino più alto del podio. È la prima vittoria stagionale del trio campione del mondo 2015, ma anche la terza affermazione su quattro gare della casa di Stoccarda. I risultati sino qui ottenuti sembrano indicare un predominio della Porsche, ma due di queste vittorie: Le Mans e Silverstone sono state fortuite. Nella gara inglese è stata data la vittoria alla Porsche dopo la squalifica, per questioni tecniche, della Audi che era passata per prima sotto la bandiera a scacchi. Nella maratona della Sarthe la fortuna ha baciato la macchina tedesca con la Toyota saldamente in testa alla gara che si ferma ammutolita a cinque minuti dal termine.
Anche al Nurburgring il dominio della Porsche è sempre stato messo in discussione dalla diretta rivale Audi, mentre la Toyota è apparsa in difficoltà a causa di scelte tecniche aerodinamiche che non si sono rivelate performanti costringendo la vettura nipponica ad un ritmo di gara inferiore rispetto alle vetture teutoniche.
Audi e Toyota hanno affrontato la stagione 2016 con nuove vetture, proprio per contrastare la Porsche che dimostrato di essere la migliore vettura del 2015 da Le Mans in poi. Due scelte con diverse soluzioni tecniche: benzina ed ibrido per i giapponesi, gasolio, ibrido e trazione integrale per la vettura di Ingolstadt che è passata alla classe 6 megajoule dopo lo scorso anno a 4 megajoule.
Entrambi gli avversari hanno dimostrato di avere doti velocistiche adeguate per combattere contro la Porsche, ma sulla durata e sulla costanza di rendimento bisogna ancor lavorare. Il comportamento in pista della 919 Hybrid in versione 2016 è cambiato rispetto a quello dello scorso campionato con velocità e costanza di rendimento come punti di forza. La squadra di Weissach sa di essere il punto di riferimento del campionato, dopo avere scalzato nel ruolo i cugini di Ingolstadt che, per oltre un decennio, hanno tenuto alto la bandiera tedesca nelle gare di durata. In Porsche si lavora ormai sui dettagli, la 919 Hybrid è una vettura matura, all’apice del suo sviluppo, la squadra ed i piloti hanno preso pienamente coscienza del proprio ruolo di leader, senza dovere cercare la vittoria ad ogni costo, ma giocando sulla costanza di prestazioni e sull’esperienza accumulata dopo avere dimostrato una piena maturità con il titolo dello scorso anno e la riconquista della maratona francese. Non c’è più bisogno di dimostrare la propria velocità con tempi mostre in qualifica ed affrontare le gare in modo aggressivo come lo scorso anno ma basta giocare sulle strategie di gara sfruttando le situazioni ed i punti deboli della concorrenza per portare a casa i risultati.
Con la vittoria del Nurburgring lo staff della Porsche consolida la posizione di leader della serie WEC come hanno sottolineato i vertici della squadra tedesca. “È incredibile. Abbiamo vinto nove delle ultime dieci gare, tra cui due volte la 24 Ore di Le Mans. Sono le parole di Fritz Enzinger, Vice Presidente LMP1. Stiamo andando in pausa estiva con questo risultato e non si può chiedere di più. Mi dispiace per la nostra vettura numero 2. Anche loro avevano la vittoria a portata di mano. Ma anche il quarto posto è un buon risultato. Abbiamo vissuto una gara fantastica e il Motorsport al livello più alto, ora non vediamo l’ora di gareggiare in Messico. Fino ad allora auguro a tutti i componenti del team qui e a Weissach un meraviglioso periodo di vacanza.” Ribadisce Andreas Seidl, Direttore del Team: “Un enorme complimento a tutti i membri del team in pista e a Weissach per queste prestazioni eccezionali. L’equipaggio numero 1 è riuscito a sfruttare pienamente le potenzialità della nostra 919 Hybrid, praticamente senza incidenti. La loro foratura lenta non ha richiesto un ulteriore pit stop. Purtroppo, la vettura numero 2 ha avuto alcuni episodi sfortunati in pista che hanno compromesso la posizione di comando. Abbiamo migliorato il nostro vantaggio nei punti del Campionato Costruttori e l’equipaggio numero 2 ha raccolto alcuni punti preziosi anche per il Campionato del mondo Piloti. Mettere a punto il terzo pacchetto aerodinamico della stagione per questa gara ha richiesto uno sforzo straordinario, poiché il pacchetto è stato predisposto mentre già ci preparavamo a Le Mans. Il nuovo pacchetto ha funzionato bene durante tutto il fine settimana. Evidentemente, avevamo la vettura più veloce in gara e vogliamo mantenere questo slancio per le prossime gare all’estero.”
Audi, un progetto estremo
Il rivale più pericolo della Porsche viene dallo stesso gruppo, ovvero i cugini dell’Audi. Il gruppo Volkswagen, nonostante i problemi legati alla crisi internazionale dell’auto ed agli scandali statunitensi del dieselgate, riesce a mantenere inalterati i due impegni nella massima categoria dell’Endurance, sia con Porsche che con Audi. La casa di Ingolstadt, dopo anni di dominio, è costretta a rincorrere i cugini di Weissach e si è presentata al via della stagione 2016 con la nuova R18 Hybrid, una macchina dai concetti estremi sempre con la tecnologia diesel-ibrido. La R18 ha subito dimostrato di essere un passo avanti rispetto alla vettura 2015, ma anche con tanti problemi ancora da risolvere. Al debutto è passata per prima sotto la bandiera a scacchi a Silverstone, prima di essere squalificata, poi ha vinto a Spa dimostrando di essere sempre molto veloce ma solo in alcune fasi di gara, con problemi di messa a punto e di costanza di risultati al variare delle condizioni. Un altro problema riguarda l’affidabilità e l’accessibilità meccanica, da sempre i punti forti della Audi, ma con la nuova R18 si è capito che tutto era cambiato. Nel box tedesco sembrano lontani i tempi di quando veniva cambiato il retrotreno completo della R8 in meno di dieci minuti, ora i meccanici spesso faticano negli interventi d’urgenza in gara, sia per sostituire le varie parti che per fare semplici regolazioni, perdendo molto più tempo rispetto al passato, a testimonianza della complessità della vettura.
La Audi al ‘ring è apparsa comunque molto veloce, soprattutto nelle prime fasi di gara. Tra la maratona della Sarthe e la gara tedesca si è molto lavorato ad Ingolstadt per diminuire il gap con gli avversari e con il bilance of performance imposto dalla Fia che sta penalizzando particolarmente il sistema diesel. Come ha sottolineato il dottor Ullrich in terra francese, il regolamento sta particolarmente penalizzando le vetture a gasolio che faticano a dimostrare il proprio potenziale rispetto agli avversari. Il motore a gasolio è termicamente più efficiente rispetto al benzina, a parità di percorrenza consuma molto meno. Il vantaggio del minor consumo è però vanificato da un serbatoio più piccolo che costringe l’Audi ad una percorrenza uguale a quella degli avversari, però con un peso superiore dovuto a materiali più resistenti impiegati nella costruzione del motore. L’aerodinamica della vettura tedesca è stata rivoluzionata rispetto allo scorso anno, una soluzione estrema, che sembra funzionare molto bene ma solo in determinate condizioni e senza garantire una costanza di rendimento, per il pacchetto telaio-gomme, in tutto l’arco di una gara. Nelle gare corte, di sei ore, le difficoltà dell’Audi sembrano limitate, soprattutto dopo le evoluzioni introdotte dopo Le Mans che invece ha esaltato, sulla lunga durata, i difetti di una vettura estrema ed ancora di sviluppare.
Problemi anche per la Toyota, una vettura efficiente su un tracciato come Le Mans, dove è richiesto un basso carico aerodinamico, ma con evidenti problemi su piste dove c’è bisogno di grande carico come Silverstone ed il Nurburgring.
Gare sempre più neutralizzate
Alla 6 ore del Nurburgring si è raggiunto l’apice con ben cinque neutralizzazioni della gara con bandiere gialle, alcune con poco senso. I commissari della FIA non vogliono più rischiare e basta un piccolo pezzo in pista per dettare una neutralizzazione di vari giri, spesso rendendo vane le strategie di gara e costringendo squadre e piloti a variare di continuo i ritmi. Anche a Le Mans si è avuto molto da discutere, con la maratona francese che è partita in regime di bandiere gialle, la prima volta nella sua lunga storia. Pochi minuti prima della partenza c’è stato un nubifragio in alcune parti della pista e fare patire la gara, anche se aveva giù smesso di piovere, con la safety car e bandiere gialle è stata una scelta condivisa dalla maggioranza, ma mantenere il regime per 50 minuti, quando ormai la pista era completamente asciutta ed alcune vetture erano quasi pronte per il primo pit stop è stato un vero scandalo, molto contestato dai piloti e dalle squadre. In certi frangenti basterebbero le sole bandiere gialle sventolate che prevedono l’obbligo di non superare. Con la scusa della sicurezza si assiste a gare noiose, spesso senza motivo. Sarebbe ora di ascoltare più i piloti e ritrovare quel giusto equilibrio che sembra perso. Lo spettacolo della Formula Uno è penoso, con gare falsate e costruite da tanti aspetti regolamentari, spesso con la scusa della sicurezza e della correttezza in pista, speriamo che le gare del WEC non prendano questa china.