Storia

Published on Aprile 14th, 2016 | by Massimo Campi

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Di padre in figlio

Pilota il padre, pilota anche il figlio, le dinastie da corsa

 

Mick Schumacher, figlio del sette volte campione del mondo di F1 Michael, ha esordito in F.4 con la Prema Powerteam cogliendo subito due vittorie a Misano. Oltre al campionato Italiano, il giovane tedesco sarà al via anche nel Campionato Tedesco. Parteciperà ad entrambi i campionati nelle prima gare della stagione, approfittando della possibilità di accumulare strada ed importante esperienza, poi durante la stagione deciderà se sarà necessario concentrarsi su un solo campionato. Diciassette anni, un nome veramente importante, ma sarà il tempo ed i risultati, a decidere se la strada è quella giusta. Ma il giovane Schumacher non e’ il solo ad aver seguito la passione del padre e la storia del motorspost è ricca di dinastie da corsa, con figli che hanno voluto seguire le orme dei padri, non sempre cogliendo gli stessi allori.

Attualmente, in Formula Uno, ci sono ben quattro “figli d’arte” Verstappen, Sainz, Palmer e Nico Rosberg.  Il primo è figlio del pilota olandese, un vero idolo per il suo paese. “Jos the Boss”,come veniva soprannominato dai suoi fan, velocissimo nelle categorie minori, non è riuscito a sfondare nella massima formula, ora tocca al figlio Max dimostrare tutte le sue doti con la Toro Rosso per riuscire a raccogliere i risultati che sono mancati al padre.

Jolyon Palmer, fresco pilota Renault, è figlio di Jonathan Palmer. Il padre, piede pesante, laureato in medicina e vincitore del campionato Britannico di F.3, e vincitore del titolo Europeo di F.2 con la Ralt Honda nel 1983. Palmer entra nel giro della F.1, con la Williams, poi milita senza particolari risultati con RAM, Zakspeed e Tyrrell, tutte squadre di secondo piano senza nessuna possibilità di emergere. Contemporaneamente alla monoposto, Palmer gareggia con le vetture coperte Gr.C.  La sua laurea gli fu utile quando, nel 1985, riportò gravissime ferite al piede destro in un incidente durante le qualifiche della 1000 km di Spa Francorchamps, gara poi funestata dalla morte di Stefan Bellof. Di fronte ai soccorritori, in difficoltà ed incerti sul da farsi davanti al suo piede incastrato tra le lamiere della sua Porsche ed alla emorragia in atto, Jonathan, con incredibile freddezza e nonostante un incombente stato di shock, li guidò nelle prime fasi del soccorso, permettendo di stabilizzare la situazione fino al trasporto in ospedale.

Carlos Sainz Vázquez de Castro, meglio noto come Carlos Sainz Jr. ha iniziato a correre in Kart nel 2005 e nel 2010 entra nel Red Bull Junior Team. La sua carriera è tutta all’insegna dei colori del fabbricante di bibite austriaco fino al debutto nella massima formula con la Toro Rosso lo scorso anno. Ben diverso il palmares del padre, con due mondiali Rally conquistati, 26 vittorie e 97 podi su 196 gare disputate ed una vittoria alla Dakar 2010 con la Volkswagen Touareg. Sainz Senior ha corso con alcune tra le più importanti case : Toyota, Lancia, Subaru, Citroën.  È stato uno dei piloti che hanno fatto la storia dei Rally degli anni 90, sempre competitivo su ogni fondo e su ogni vettura, dai gruppi B alle moderne WRC ed è stato il detentore mondiale del record di vittorie prima del “cannibale” Sebastian Loeb.

Nico Rosberg è quello più vicino ad imitare le gesta del padre. Keke ha vinto solo cinque Gran Premi, ma anche un titolo mondiale. Nico di gare ne ha vinte oltre tre volte tante, ma gli manca ancora la stella più ambita.

 

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Tra i figli d’arte che militano nel motorsport ci sono altri due nomi importanti: Nicholas Prost e Nelsinho Piquet. Sette titoli mondiali, la somma ottenuta dai rispettivi padri, ma i due rampolli non sono riusciti ad imitare le carriere dei rispettivi genitori e corrono in coppia con la Rebellon nel mondiale WEC.

Tante le dinastie di piloti da corsa nella storia delle gare automobilistiche, iniziando dagli Ascari Antonio e Alberto. Il primo è stato uno dei grandi campioni dell’Alfa Romeo, quando le vetture del Portello dominavano le corse anteguerra, il figlio ha portato i primi due allori mondiali alla Ferrari. Entrambi sono deceduti al volante di una macchina da corsa, nello stesso giorno, il 26 maggio, a 30 anni di distanza, il primo a Montlery nel 1925 ed il secondo a  Monza nel 1955.

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Graham Hill è stato uno di quei piloti che è riuscito a raggiungere l’olimpo mondiale dell’automobilismo contro ogni previsione conquistando tutte le più importanti vittorie. Gareggiare in F.1 non è mai stato facile soprattutto partendo da meccanico. Graham Hill è stato un pilota molto determinato, da meccanico a due volte campione del mondo di F.1. Oltre ai titoli mondiali nel suo palmares spiccano le cinque vittorie a Montecarlo, la 500 Miglia di Indianapolis e la 24 Ore di Le Mans, unico pilota al mondo ad essere riuscito a conquistare tutti i più importanti traguardi nella storia del motorsport. Graham Hill ha partecipato a ben 179 Gran Premi in 16 anni di carriera. Dopo la sua morte, il nome di Hill è continuato con il figlio Damon, anche lui campione mondiale con la Williams nel 1996, unico caso per ora, di padre e figlio entrambi mondiali.

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Mario “piedone” Andretti, un mito sia in Europa che dall’altra parte dell’Oceano. Un titolo mondiale, nel 1978 con la Lotus ad effetto suolo, pilota di Enzo Ferrari e Colin Chapman, ma ha corso in F.1 anche per Parnelli, Alfa Romeo, Frank Williams. Una vittoria nel catino di Indianapolis, tante altre volte in testa ma la sfortuna gli ha spesso negato un’altra vittoria. Titoli USAC, ma anche veloce con le ruote coperte dove ha corso con Ferrari, Ford ed Alfa Romeo. L’unica gara stregata è stata la 24 Ore di Le Mans, il suo cruccio dove ha tentato di vincerla anche con il figlio Michael. La carriera del figlio Michael è stata anche quella importante, soprattutto in America. Nel 1986 vince la sua prima gara e conclude secondo in campionato, così come nel 1987, ma dovrà aspettare fino al 1991 per vincere il titolo, con ben 9 vittorie su 18 gare. Nel 1992 conclude invece secondo. In Formula Uno non riesce a sfondare, anche se corre con la McLaren nel 1993 al fianco di sua maestà Ayrton Senna.

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Jack Brabham è stato padre di tre figli, Geoff, Gary e David, tutti e tre in seguito piloti, senza mai riuscire a raggiungere il traguardi e la notorietà del campione australiano. Gary e David hanno partecipato senza grande successo alla Formula Uno, militando in team di secondo piano senza nessuna possibilità di successo. Geoff Brabham ha vinto la serie Can-Am nel 1981 e la 24 ore di Le Mans del 1993 con la Peugeot 905 Evo in coppia con Helary e Bouchut. Una vittoria a Le Mans anche per David Brabham, nel 2009 con la Peugeot 908 Hdi. Il testimone di famiglia ora passa a Matthew, figlio di Geoff, che ha debuttato nei kart a meno di otto anni.

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Gilles, il padre, il diavolo rosso, l’idolo delle folle, il mito e la leggenda. Il figlio, Jacques, una vittoria nella 500 Miglia di Indianapolis, e quel titolo mondiale, nel 1995 con la Williams-Renault stregato al genitore. È questa la sintesi della saga Villeneuve, un nome che, a distanza di quasi 35 anni continua ad essere vivo nel motorsport. Gilles è stato un pilota atipico per la sua era, un uomo sempre al massimo, anzi oltre, senza badare al risultato finale ma con la voglia di dare sempre tutto se stesso, anche oltre la pura e semplice razionalità ed i limiti del mezzo. Solo sei le sue vittorie in Formula Uno, ma le macchine distrutte ammontano ad un numero impressionante. Se guardiamo i puri numeri, Gilles Villeneuve ha vinto proprio poco, ma riusciva a fare sognare le folle e si è conquistata la fama di campione con le sue gesta, ed anche i suoi errori. Jacques, che aveva solo 11 anni quando è scomparso il padre, è riuscito a concretizzare molto di più, ma senza riuscire ad infiammare le fantasia popolare. Persona di vivace intelligenza e cultura, parla correntemente tre lingue (inglese, francese, italiano). Nell’ambiente della Formula 1, ma anche all’esterno del paddock, è sempre stato noto per essere un personaggio molto carismatico, dall’atteggiamento estremamente schietto con opinioni nette e istintivo nel seguire i suoi princìpi di vita, non piegandosi davanti a nessuno e creandosi, talvolta, più nemici di quanti non ne avesse in realtà.

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About the Author

Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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