Formula 1

Published on Aprile 23rd, 2015 | by Bruno Brida

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Cosa rischia la F1 sostituendo Monza con Baku?

A che gioco sta giocando Bernie Ecclestone per quanto riguarda la Formula 1 ed in particolare il futuro del Gran Premio Italia?

Se l’è chiesto Dieter Rencken in un lungo editoriale pubblicato oggi sul sito internet dell’autorevole testata inglese Autosport.

Il giocattolo scricchiola, dà segni di cedimenti, ma Mister E continua imperterrito sulla sua strada. Già arrivando per il GP Malesia di mese scorso Ecclestone si era accorto che la sua Formula 1 non era più attrattiva.

Il governo locale – scrive Dieter Rencken – “aveva ufficializzato la sua intenzione di non finanziare più il Gran Premio”. Dopo appena due edizioni, dal 2001 infatti aveva dovuto riempire la voragine dei conti dell’evento.

Ora non è più disposto. La Malesia sta attraversando una profonda crisi economica dovuta al crollo del prezzo del petrolio e alle conseguenze sull’afflusso turistico dei due incidenti della Malaysian Airlines.

Poi, a sorpresa, è arrivato l’annuncio della proroga del contratto, anche se per tre anni invece dei canonici cinque. “Ma come ha fatto a convincere i malesi?”, si chiede Rencken. Probabilmente riducendo drasticamente le sue richieste a 36milioni di dollari, anche se ufficialmente si deve continuare a parlare di 47milioni per non rovinare la piazza.

Il fatto è che sta andando in crisi la politica commerciale che Ecclestone credeva infallibile per acquisire nuovi “clienti”. “E’ la politica commerciale dei costruttori di stampanti”, spiega Dieter Rencken. “Propongono ad un prezzo allettante le loro stampati, poi fanno pagare uno sproposito le cartucce d’inchiostro”.

MotoGP

MotoGP, la vera “nemica” di Ecclestone: costa meno della Formula 1 e piace molto di più.

Nello specifico, Ecclestone convince i Governi a costruire moderni impianti assicurando che incrementeranno il turismo locale, offre le prime edizioni a prezzi stracciati, poi rilancia su cifre più ben più alte confidando che a questo punto agli investitori non rimanga altro che stare al suo gioco per limitare le perdite. Così è successo a Valencia, in Turchia, Corea, in India che ora si ritrovano con vere e proprie cattedrali nel deserto. Chi non è saltato non vuol dire che stia meglio, basta vedere le tribune semivuote di Shanghai.

Su tutto quanto aleggia minaccioso lo spettro della MotoGP: costa una frazione della Formula 1, richiama molti più spettatori, offre uno spettacoli in pista più entusiasmante e, cosa non da poco, consente agli organizzatori locali di chiudere ogni edizione in sostanziale pareggio.

Come reagisce Ecclestone a questa minaccia? Basta favorire la costruzioni di impianti permanenti che poi saranno utilizzati anche dalle odiate due ruote, meglio puntare su circuiti cittadini dove la MotoGP non potrà mai correre per ragioni di sicurezza.

Ed eccoci arrivati a Baku e a Monza, al GP Azerbaijan e al GP Italia, al nuovo e alla storia. Ecclestone ventila la possibilità che il circuito cittadino della lontanissima città asiatica possa sostituire il circuito brianzolo.

Gli organizzatori italiani vorrebbero estendere il contratto fino al 2022 per festeggiare la 100^ edizione del loro Gran Premio; ad Ecclestone probabilmente farebbe comodo poter esibire questo blasone, ma non vuole rinunciare all’abitudine del bastone e della carota.

Baku GP

La presentazione del Gran Premio d’Europa 2016, a Baku (Azerbaijan).

Ed ecco la sua esternazione in Bahrain: se sono saltati senza problemi gli storici GP Francia e Germania, perché non può succedere anche per quello italiano. “Tanto abbiamo altre alternative più valide”.

Con quali risultati sostituendo, ad esempio, Monza con Baku? “Semplicemente – chiude il suo articolo Dieter Rencken – di far crollare ancora di più gli ascolti televisivi e di perdere sempre più spettatori”.

Ma, poiché Mister E è sempre Mister E, è proprio ciò che vuole? Oppure siamo in presenza di un altro bluff per fare lievitare il prezzo del rinnovo del contratto con Monza fino al 2022?

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About the Author

Laureato in ingegneria. Giornalista da oltre 40 anni nel settore motoristico, produzione e sportivo. Consulente della comunicazione. Esperienze: redattore di Quattroruote, caporedattore di Autoruore 4x4, caporedattore centrale della Gazzetta di Crema e della Gazzetta di Monza, direttore di Paddock.



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