Published on Febbraio 3rd, 2015 | by Bruno Brida
0F1: è feeling tra Sebastian Vettel ed i suoi meccanici
Due giorni di lavoro sul campo ed è feeling tra Sebastian Vettel e la squadra. Ieri, quando è sceso dalla SF15-T a chiusura di giornata, i suoi meccanici lo hanno applaudito, sorprendendolo non poco.
Alla Red Bull non era abituato a questi piccoli ma significativi gesti di stima. “L’applauso? Beh … erano tutti contenti che, anche girando sul bagnato, non sia successo niente di male. I ragazzi hanno già abbastanza lavoro da fare al box ..”, è stato il laconico commento di Vettel prima di salire in auto e dirigersi verso Maranello per lavorare sul simulatore
Già, perché il tedeschino vuole dimostrare alla Scuderia e ai tifosi di essere uno su cui si può contare, uno che s’impegna per contribuire ad ottenere i migliori risultati.
Ripicca nei confronti della Red Bull che l’anno scorso aveva appoggiato apertamente l’ascesa di Daniel Ricciardo? Forse c’è anche un po’ di questo (ed è naturale), ma quello che sta emergendo è che Vettel è davvero felice di essere alla Ferrari, dopo tanti anni passati a lottare contro. Lo è anche il padre che è arrivato a Jerez solo per farsi immortalare, emozionatissimo, in foto accanto al figlio con la tuta rossa.
Alonso e Vettel, due campioni diversi fra loro. Il primo è un “animale da gara”, il pilota che in corsa sa sfruttare al meglio il potenziale della vettura che guida, che si esalta nella lotta ravvicinata. Lo spagnolo, da buon latino, è un grande comunicatore, un grande istrione, come sanno bene gli spettatori degli ultimi Gran Premi d’Italia. Ma è anche un passionale: se i risultati non sono quelli attesi, prima si arrabbia poi passa ad uno stato prossimo all’apatia. Per Mauro Forghieri, l’artefice delle grandi vittorie della Rossa dagli anni Sessanta agli Ottanta, Alonso è un grandissimo pilota, ma un mediocre collaudatore.
Sebastian Vettel, per contro, è più riservato, meno … appariscente. Preferisce lavorare accanto ai suoi tecnici (il primo giorno dei test a Jerez, è arrivato in autodromo poco dopo le cinque del mattino), prende appunti, chiede, vuole imparare tutto della vettura. In questo è molto “schumacheriano”. Di certo vuole lasciare una traccia profonda nella storia della Scuderia. Anche perché con questo team potrebbe chiudere la sua carriera agonistica per dedicarsi ad altro.
Con le sue prestazioni a Jerez ha risollevato il morale della squadra. Merito tutto suo o anche della nuova monoposto? Vettel ha coperto complessivamente nella sua due giorni 659 chilometri, il 60% di quelli macinati dalla Mercedes, che continua ad essere il punto di riferimento della categoria. Ma va detto che, problemi di telemetria a parte, la SF15-T ha marciato con una certa regolarità.
“E’ troppo presto per sbilanciarsi sul valore reale di questa monoposto, soprattutto considerando il fatto che non si possono fare paragoni con le altre squadre, impegnate in programmi diversi. Direi però – sottolinea Vettel – che c’è una buona base su cui lavorare. Abbiamo girato parecchio, anche con la pioggia, provando le nuove gomme intermedie che si sono comportate molto bene, raggiungendo la giusta temperatura nonostante il freddo: un deciso passo avanti”.
Una indicazione del valore della nuova vettura verrà nella due giorni conclusiva dei test, esaminando le prestazioni di Kimi Raikkonen e, soprattutto, paragonandole con quelle che il finlandese aveva ottenuto con la disastrosa F14-T.
Comunque, sembra che la SF15-T abbia un telaio migliore, che sia più guidabile e più stabile in frenata. Anche la power unit sembra notevolmente più potente, ma di quanto lo sapremo probabilmente solo alle prove libere del Gran Premio d’Australia di metà marzo.
Per ora non resta che incrociare le dita ed affidarci anche alla pignoleria del tedeschino.
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