9 settembre 1984, il primo GP “tutto Turbo” - Motoremotion.it


Storia

Published on Settembre 9th, 2014 | by Massimo Campi

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9 settembre 1984, il primo GP “tutto Turbo”

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Anno 1984, nella massima formula siamo in piena era dei motori sovralimentati. Il turbocompressore che aumenta la pressione di alimentazione dell’aria sfruttando i gas di scarico imperversa in F.1 e tutte le monoposto al top montano motori sovralimentati sin dalla prima gara dell’anno. Unico a resistere con i motori aspirati è Ken Tyrrel, la sua monoposto sono le uniche rimaste con il leggendario DFV, otto cilindri della Cosworth.

Sforzi tanti, ma risultati ben pochi, anche se il vecchio “zio Ken”, da buon inglese, interpreta il regolamento come sempre in modo molto ambiguo. C’è una deroga che consente di rabboccare alcuni liquidi prima di effettuare la pesata prevista dal regolamento dopo l’arrivo e le Tyrrell, che corrono abbondantemente sottopeso, ricorrono al trucco di riempire dei falsi serbatoi di iniezione dell’acqua , appositamente costruiti con un misto di liquido e pallini di piombo per ristabilire il minimo peso regolamentare, un trucco che non sfugge ai commissari tecnici del gran premi precedenti a quello di Monza, con il risultato di una squalifica totale della squadra ed il divieto di partecipare alle ultime gare della stagione.

Per il vecchio manager inglese è un grave smacco e la perdita totale degli sponsor. Stefan Bellof, la giovane promessa tedesca lanciato da Tyrrell, rimase a piedi, mentre Stefan Johansson salì sul secondo sedile della Toleman al fianco di Ayrton Senna.

Per la prima volta nella storia della F.1 sullo schieramento della gara non c’è nessuna vettura con il motore aspirato ed alla partenza Piquet e Prost dalla prima file mantennero le relative posizioni, mentre Lauda, scattato male, ne perse due, scivolando al sesto posto. La gara di Prost dura solo 4 giri, con il V6 Tag che esala l’ultimo respiro, mentre Lauda inizia la sua lenta rimonta.

Anche la gara di Piquet, vede la fine dopo solo 15 giri ed in testa alla gara erano tre piloti in lizza per la vittoria: Tambay, Lauda e Fabi, seguiti dalla Ferrari di Alboreto.

A 10 giri dalla fine iniziano i problemi per Fabi e Tambay, ed entrambi sono costretti al ritiro lasciando la McLaren dell’austriaco sola in testa alla gara. Lauda era quindi avviato verso la vittoria, la ventiquattresima, che gli permise di eguagliare Juan Manuel Fangio, mentre Alboreto aveva un grande margine su Cheever, terzo. L’americano, però, rimase senza benzina e fu costretto al ritiro, così come Ghinzani, che era riuscito a portare la sua Osella in zona punti. Patrese si portò quindi al terzo posto, concludendo davanti a Johansson, Gartner e Berger.

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Perito meccanico, fotografo, giornalista, da oltre 40 anni nel mondo del motorsport. Collaborazioni con diverse testate e siti giornalistici del settore.



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