Attualità

Published on Febbraio 5th, 2014 | by Bruno Brida

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La Regione Lombardia scopre l’autodromo di Monza

Sarà l’effetto di Expo 2015, che sembra aver rivitalizzato l’interesse dei politici lombardi, oppure il risveglio di un po’ di sano buon senso, fatto sta che dopo decenni di disinteresse la Regione Lombardia ha scoperto che tra i tanti beni del suo territorio c’è anche l’autodromo di Monza. Anzi, l’Autodromo Nazionale di Monza, che occupa la parte settentrionale del vasto (e anche un po’ trascurato per quanto riguarda la salute degli alberi) Parco di Monza.

Un impianto nato nel 1922, famoso nel mondo, carico di storia e di debiti, oggi al centro dell’interesse della Magistratura per presunti reati di natura fiscale.

Ora, a due anni dalla scadenza del contratto con la Formula 1, con il concreto pericolo di perdere il Gran Premio d’Italia (che porta fior fiori di soldi all’economia brianzola), la Regione Lombardiasi è accorta che l’impianto ha bisogno di una profonda e costosa ristrutturazione che lo porti, come servizi offerti, al livello degli autodromi più moderni e funzionali.

In definitiva, la Regione intende entrare nella gestione dell’autodromo rilevando un terzo delle quote detenute al 50% dal Comune di Milano e dal Comune di Monza. Sul tappeto un progetto, o meglio un’ipotesi di progetto, che prevede la riqualificazione dell’area che comprende l’autodromo, il parco e la storica Villa Reale. Il tutto in vista di Expo 2015 e con un investimento ancora tutto da quantificare.

Il sindaco di Monza Roberto Scannagatti, però, non ci sta, come riportato dal quotidiano La Repubblica: «Io non voglio a dichiarare che l’autodromo di Monza deve essere riqualificato. Questo fa il gioco di chi non vuole che si corra a Monza. Se passa il concetto che l’autodromo non è più adeguato ed ha bisogno di importanti interventi, addirittura per somme significative, la logica conclusione è che se queste cose non si fanno, o non ci sono, Monza perderà il GP d’Italia».

Da parte sua, però, il Comune di Milano si dice disposto a tirare fuori i soldi solo se viene coinvolto nella riqualificazione dell’intero Parco, Villa Reale ed autodromo compresi.

Intanto, entro l’estate occorrerà risolvere il problema delle Sopraelevate. Che farne? Abbatterle? Troppo costoso. Trasformarle? Ok, ma come? E se sì, quanto? Un progetto c’è già, ma le cifre di cui si parla (alcune decine di milioni) non sono certo consone al momento di profonda crisi economica nazionale che stiamo attraversando

Tutto si risolverà con il solito polverone di parole? Speriamo di no. Di certo, autorità locali e regionali ed i nuovi responsabili dell’autodromo dovrebbero capire che non si può vivere in eterno sperando nel solo Gran Premio e nel mito Ferrari.
All’estero ci sono altre categorie che richiamano decine di migliaia di spettatori. Ci sono importanti autodromi che vivono senza la Formula 1.
Certo, bisogna investire in promozione ed informazione. Aver lasciato perdere la 1000 Chilometri Monza nel momento in cui nel Mondiale Endurance stanno entrando Case importanti è stato un vero delitto. Anche nell’automobilismo bisogna saper diversificare per sopravvivere. L’immobilismo porta all’estinzione. Anche se si è “Tempio della velocità”.

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About the Author

Laureato in ingegneria. Giornalista da oltre 40 anni nel settore motoristico, produzione e sportivo. Consulente della comunicazione. Esperienze: redattore di Quattroruote, caporedattore di Autoruore 4x4, caporedattore centrale della Gazzetta di Crema e della Gazzetta di Monza, direttore di Paddock.



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