Published on Giugno 12th, 2013 | by Bruno Brida
0La tecnologia della 24 Ore di Le Mans utile per le auto di serie
Su un’auto stradale la sicurezza passiva protegge il guidatore ed i suoi passeggeri dalle conseguenze di un incidente ed aiuta ad assorbire l’energia dell’impatto. Su un’auto da corsa, invece, conta di più la sicurezza attiva, quella cioè che aiuta a prevenire gli incidenti. Alcuni dei dispositivi montati sulla R18 e-tron quattro dell’Audi che partecipa al mondiale endurance e che parteciperà alla prossima 24 Ore di Le Mans hanno proprio il compito di impedire che sorgano possibili situazioni di pericolo.
I clienti della Casa dei quattro anelli possono contare su tecnologie d’aiuto come il Side assist (aiuta a cambiare di corsia in modo assistito), il Pre sense (attiva le necessarie misure preventive di protezione e le reazioni destinate ad attenuare le conseguenze di eventuali collisioni), il Night vision assistant (scansiona l’area di fronte al veicolo grazie ad una telecamera ad infrarossi per evidenzia gli eventuali pedoni rilevati ad una distanza compresa tra i 15 e i 90 metri). I piloti, per contro, hanno altre esigenze, ma nel mondiale endurance (Wec) c’è un continuo travaso di esperienze fra pista e produzione di serie.
Ad esempio, per quanto riguarda i proiettori, la R18 e-tron quattro può contare su una profondità d’illuminazione superiore dell’85% rispetto a quella dell’AudiR10 LMP1 del 2006. Tradotto in soldoni, significa che nella notte di Le Mans il pilota può contare su una zona illuminata profonda ben 800 metri. Ogni faro della R18 e-tron quattro è costituito da otto led con il fascio principale che suddivide la luce in segmenti individuali.
Questa tecnologia applicata alla produzione consente di eliminare l’abbagliamento tipico dei proiettori di profondità, mentre in gara consente di illuminare meglio le curve. In pratica, i led esterni al raggio della curva si spengono, mentre quelli interni aumentano la loro intensità d’illuminazione, migliorando la visibilità del tratto di pista davanti agli occhi del pilota.
Altro esempio. Poiché la visibilità posteriore è ostruita dal cofano motore, per controllare quanto succede dietro di sé, la R18 e-tron quattro adotta un rivoluzionario retrovisore digitale. Il segnale captato da una piccola telecamera sul tetto viene trasmesso ad un display di 7 pollici ad alta risoluzione posto nell’abitacolo con una tecnologia denominata Amoled, acronimo per Active Matrix Light Emitting Diode, ossia emettitore di luce a diodi con tecnologia a matrice attiva. Il contrasto del visore è dieci volte superiore a quello di uno a cristalli liquidi tradizionale, con un consumo d’energia inferiore del 30%.
Diversi i vantaggi per il pilota del retrovisore digitale, che potrebbe trovare presto un’applicazione anche in produzione. Ad esempio, può verificare quando rientrare in traiettoria in piena sicurezza, evitando così il contatto che alla Le Mans del 2011 provocò lo spettacolare volo di Allan McNish.
Come sulle odierne F1, anche il volante della R18 e-tron quattro riveste un ruolo importante nell’assistenza al pilotaggio. Ai 13 pulsanti che attivare altrettante funzioni (controllo della trazione, radio, avviamento del motore, …) si aggiungono alcuni rotori che consentono di variare la mappatura del motore, la ripartizione della trazione e della frenata.
Su un diplay digitale, infine, il pilota controlla il suo tempo sul giro, i tempi parziali, lo scarto rispetto al tempo del giro precedente, la pressione degli pneumatici. Per quanto riguarda la produzione, il volante multifunzionale è una realtà da tempo.
Nel video, le highlights dell’edizione 2012 della 24 Ore di Le Mans.